sabato 8 ottobre 2016

presentazione allievi corso impressionismo

Il Gruppo Artistico Sirio mi richiede da tempo di organizzare dei corsi di pittura Monotematici della durata di circa 10 incontri  presso i locali della prestigiosa sede di Villa Scheibler in Via Orsini 21 a Milano.       Queste iniziative raccolgono sempre molti consensi e adesioni.
L’anno scorso il tema prescelto è stato il Ritratto ad olio. Soggetto di partenza una splendida foto di Anna Magnani, piena di espressività e chiaro scuri.         Quest’anno la richiesta prevalente è stata per la Tecnica della Pittura Impressionista.

Come d’abitudine ho fatto precedere le lezioni pratiche con degli incontri teorici durante i quali ho sviluppato una presentazione estremamente completa del movimento pittorico, illustrando  e commentando innumerevoli dipinti.  A seguire il riepilogo delle caratteristiche tecniche di questa famosissima corrente artistica a cui bisogna attenersi per l’esecuzione corretta di un’opera, in particolare la scelta del soggetto, la modalità di esecuzione, la scelta e l’uso del colore e il tipo di pennellata.    Gli otto iscritti, Maria Celeste Andreoni, Angela Aruta, Pasquale De Cillis, Gabriella Ferrario, Bianca Frigerio, Giancarlo Luini, Linda Magnani e Clara Zurlo, si sono cimentati in più di un’opera, prendendo spunto sia dalle  immagini che ho messo loro a disposizione sia da soggetti ricercati personalmente. Sicuramente apprezzabili gli sforzi e i risultati di ciascuno.   Ho condiviso con i partecipanti suggerimenti in merito alla scelta della tela adeguata, alla sua preparazione  ed ai  colori essenziali da prediligere in questo tipo di esecuzione.

Dopo la pausa estiva, ed in previsione della mostra del 26 e 27 novembre a Milano presso Villa Sheibler dove esporranno proprio gli allievi, credo sia interessante presentarveli uno ad uno in ordine alfabetico.

Maria Celeste Andreoni  
Da sempre interessata all'arte, negli ultimi anni, ho coltivato questa passione cominciando a dipingere da auto didatta.
Ultimamente sto affinando la mia tecnica artistica, sotto la guida di Pinna Raffaella, frequentando anche i laboratori del C.A.M. 
I miei primi lavori sono stati ad acquerello, poi mi sono avvicinata anche alla tecnica ad olio e ad acrilico. 
Membro iscritto al Gruppo Sirio, partecipo attivamente alle manifestazioni ed ai concorsi organizzati dall'Associazione. 


Maria Celeste ha già partecipato a due corsi tenuti da me, il primo che posso chiamare " base " in cui ho insegnato vari metodi usati per la pittura ad olio, fra i quali la tecnica della grisaglia, ed il secondo corso sul ritratto.Valutando che gli insegnamenti precedenti gli sono stati molto utili ha quindi deciso di partecipare cimentandosi con la tecnica dell'impressionismo.

Ed ecco il suo primo lavoro

Celeste tende ad essere molto parsimoniosa nello stendere l'impasto, quasi ad avvicinarsi all'acquerello, la sua pennellata è fluida, non ci sono linee marcate e precise e questo fa sì che tutto si muove e prende vita. Dopo aver preparato la tela " sporcandola " con colori neutri, per intenderci con bianco, giallo di Napoli, giallo di Napoli rossastro e terra di Siena, ha cominciato a sovrapporre colori facendo particolare attenzione ad accostare i complementari. La scelta del soggetto - tratto liberamente da una foto - si è basata sulla semplicità delle linee giocando tutto sull'emozione del colore. Direi che il risultato è abbastanza buono, considerato la sua tendenza alla meticolosità dalla quale ha dovuto scostarsi con grande sforzo. Poteva essere migliorato azzurrando e schiarendo i colori verso la linea d'orizzonte applicando meglio la prospettiva aerea.


Il secondo lavoro:


 Anche in questo caso il soggetto è tratto da una fotografia. Qui Celeste è riuscita a rendere più profondità usando colori più scuri e maggiormente contrastati in primo piano, schiarendoli gradatamente in lontananza pur mantenendo il principio dei contrasti con colori complementari.


il terzo ed ultimo lavoro:



Nel risolvere questo quadro la pittrice ha trovato diverse difficoltà. Innanzitutto non si era mai cimentata con un soggetto marino ed anche se il disegno è pressochè inesistente la difficoltà stava nel capire la direzione delle onde, i colori che andavano usati e la resa della roccia. Ci sono volute diverse stesure per arrivare al risultato che in ogni caso mi sembra molto interessante. L'unica critica che posso fare è l'orizzonte che va sistemato nel colore, in quanto nonostante sia dritto, presenta dei punti più chiari e più scuri che lo fanno sembrare convesso. Per quanto riguarda la roccia eliminerei quella salita finale quasi verticale. Quindi la farei digradare più dolcemente aggiungendo un pochino di cielo.

Per concludere posso dire di essere soddisfatta del lavoro di Maria Celeste Andreoni, dal momento che è riuscita a percepire il mondo dell'impressionismo cercando di esprimere l'emozione.

mercoledì 29 giugno 2016

A proposito di Impressionismo


Mi sono molto  appassionata a preparare uno studio approfondito sugli Impressionisti, nonostante la mia pittura possa sembrare così diversa, ma in effetti molto del mio uso del colore deriva proprio da questa corrente pittorica.  Ho utilizzato per la prima volta la mia ricerca , suddivisa in tre lezioni teoriche , ad integrazione dei miei corsi di pittura che svolgo abitualmente presso l’Associazione Artistica Rosetum.  Il successo non è mancato e, con il passaparola, anche l’Associazione Artistica  Sirio mi ha chiesto di riproporre l’argomento,  organizzando  un corso di pittura  monotematico sulla tecnica pittorica degli  Impressionisti. Il corso si è articolato in dieci lezioni e si è  svolto presso i locali di Villa Scheibler. Mi sembra interessante divulgare una breve sintesi del mio lavoro  da dedicare a chi non ha potuto partecipare di persona e  in un prossimo articolo dare giusto spazio ai lavori dei miei allievi.
Ecco la sintesi :
 L’impressionismo è sicuramente la corrente pittorica che raccoglie ai giorni nostri i maggiori consensi , ne è dimostrazione tangibile l’enorme affluenza di pubblico che ogni nuova Mostra  richiama a se. E i più appassionati amanti dell’Impressionismo non sono necessariamente “addetti ai lavori”, anzi, i quadri degli artisti impressionisti sono conosciuti ed apprezzati anche e soprattutto da una fascia di utenza non così altamente  preparata in materia. Perché?       Da dove scaturisce questo fenomeno?  Sicuramente il primo motivo di fascino nelle opere degli Impressionisti è l’utilizzo del COLORE e della LUCE. Paesaggi e vedute, dipinti all’aria aperta, “en plein air”,  producono un’esplosione totale  di colori che diventano i veri protagonisti del dipinto. Luci e ombre hanno perso il loro contrasto ma si offrono ai nostri occhi come complementari le une delle altre, senza simbolismi, senza conflitti,  ma con l’unico scopo di offrirci un attimo di vita reale. E sono questi colori, puri e vividi,  a evocare nella nostra mente  il senso di movimento, perché le luci e le ombre non sono mai ferme. Ecco quindi  colori non mescolati e non sfumati, ma accostati nitidi e precisi, colori che non hanno più bisogno di inseguire il tratto del disegno, perché l’immagine solo delineata verrà completata dai nostri occhi, che alla distanza giusta la sapranno riconoscere.
Approfondiamo qualche dettaglio tecnico:
 Ecco le nuvole nei quadri  di Constable , non più bianche e azzurre, ma rinate nei gialli, nei verdi, nei rossi presenti nel resto del quadro, e solo così si “muovono”.

Non dimentichiamoci di quanto fu fortissimo in questi pittori l'interesse per l'illusione ottica e per lo studio della luce. Rousseau e Daubigny arrivano a dipingere gli stessi soggetti in ore e condizioni di luce diverse. L’utilizzo del colore nero viene bandito. I massimi scuri si ottengono con blu e bruni caldi a contrasto. Non esiste il nero assoluto in natura e nemmeno il bianco. Infatti le massime luci sono ottenute da gialli chiarissimi, come è evidentissimo nei quadri di Gustave Courbet e del suo  movimento denominato rèalisme.
Manet ribalta completamente il modo di esprimere in pittura le luci e le ombre. Create prima di allora “a tavolino” negli atelier con l’utilizzo di luce artificiale e quindi applicate convenzionalmente anche ai paesaggi, Manet dimostrerà che all'aria aperta non è possibile cogliere le gradazioni di passaggio tra la luce e l'ombra, i contrasti sono netti, le parti illuminate sono molto più brillanti che non in studio ed anche le ombre non sono così uniformemente grigie o nere dato che subiscono il riverbero degli oggetti circostanti, quindi risultano più colorate. Nessuno fino agli impressionisti aveva messo in discussione la credenza per cui ogni oggetto ha nella natura quella forma e quel colore definito e determinato.
Manet ed i suoi seguaci contestarono questo preconcetto scoprendo che, guardando la natura, non vediamo oggetti definiti ciascuno con il proprio colore, ma una mescolanza di toni che si fondono nel nostro occhio. Un albero dunque non sarà rappresentato in verde ma subirà l'effetto di molti colori, compresi quelli dello spazio e degli oggetti circostanti.
Pur intenti nei problemi di autorealizzazione artistica, gli Impressionisti approfondirono con attenzione le nuove scoperte scientifiche dell’epoca, in particolare nel campo dell'ottica, della composizione dei colori e della struttura della luce, come lo spettro cromatico di Bunsen e Kirchoff ( 1855 circa).      Lo scienziato più vicino alle teorie impressionistiche sul colore fu il chimico Chevreul, che iniziò lo studio delle armonie cromatiche. La tesi centrale era che i colori contigui s'influenzavano e modificavano reciprocamente. Viene osservato che ogni colore, visto da solo, è circondato da una debole aureola del suo complementare, per cui una macchia rossa su un supporto bianco avrebbe tinto di verde lo sfondo, ( fenomeno oggi noto come " persistenza  negativa dell'immagine). Fu proprio questa teoria che portò gli Impressionisti a dare all'ombra il colore complementare di quello dell'oggetto che la proietta, ed a sovrapporre i colori sulla tela perchè fosse l'occhio a fonderli, creando così tonalità  più intense di quelle ottenibili con la mescola sulla tavolozza. Gli impressionisti sfruttarono anche la scoperta che i colori complementari affiancati, se usati su ampie zone , s'intensificano reciprocamente, mentre se usati su scala  ridotta, guardandoli ad una certa distanza , si fonderanno dandoci toni che tendono al neutro.  Anche i primi esperimenti fotografici inflenzarono i pittori. Le prime fotografie su lastre presentano una sfocatura dovuta al movimento del soggetto, quest'effetto chiamato " alone "dissolve la purezza dei profili e suggerisce, come vediamo negli impressionisti, il senso del movimento. Per seguire e sviluppare le nuove teorie Claude Monet si era fatto adattare a studio una barca in modo da osservare e dipingere gli effetti dell'acqua direttamente sul fiume.  Egli capì che la natura muta ad ogni istante della giornata,  man mano che una nuvola oscura il sole o il vento increspa l'acqua. Così, volendo fermare l'attimo, non ha tempo di mescolare o armonizzare i colori, e tanto meno di stenderli a strati su un fondo marrone come facevano gli antichi maestri. Deve fissarli subito sulla tela con rapide pennellate, non curandone i particolari ma badando solo all'effetto d'insieme. I pittori nel passato sceglievano angoli di natura "pittoreschi". Qui invece tutto viene subordinato agli effetti della luce e dell'atmosfera che viene creata. Un nuovo senso di libertà e di espressione da all'artista un'immensità di soggetti. 
Dovunque il pittore scoprisse una bella combinazione di toni, una configurazione interessante di colori e di forme, un gioco di macchie di sole e d'ombra , questo e solo questo poteva diventare il soggetto per un quadro.  Tutti i vecchi pregiudizi del soggetto dignitoso, della composizione equilibrata e del disegno esatto erano accantonati .La battaglia degli impressionisti divenne un mito per tutti gli artisti innovatori in quanto dopo almeno trent'anni di incomprensione alla fine il trionfo dell'impressionismo fu completo.
E ancora  Manet, nei Selciatori in rue de Berne,  risolve le ombre non con colori scuri, come ci si aspetterebbe, ma con dei violetti chiari in contrasto al giallo. Il giallo è un colore caldo e quindi dà l'effetto della luce, il viola è freddo, e complementare al giallo, quindi anche se è chiaro dà l'effetto delle ombre. Inoltre, lo stesso lilla viene usato per risolvere la lontananza. Geniale, vero?  Stesso procedimento per  Monet – I covoni. La luce è gialla, colore caldo, le ombre sono violacee, colore freddo. Giallo e viola sono gli unici complementari la cui percezione è quella di luce-ombra, probabilmente perchè sono i più lontani nello spettro. L'osservazione della natura en plein air fece scoprire agli Impressionisti che le ombre sono colorate rivoluzionando il concetto del tono su tono utilizzato sino ad allora.    E …. il dipingere di getto ??  Non sono numerosissimi, nonostante si ritenga il contrario, i dipinti impressionisti realizzati “alla prima”, di getto, in una sola seduta. Le opere venivano impostate, lasciate parzialmente asciugare, dotate di una seconda o terza stesura e, infine, generalmente rifinite in studio per adattare la pittura ad un ambiente chiuso, in cui il quadro sarebbe stato fruito. Gli impressionisti hanno completamente abbandonato i tre principi illusori dei pittori accademici e cioè: linea, prospettiva secondo uno schema teorico e illuminazione artificiale. Gli  impressionisti  arrivano alle linee vive e vere, non strutturate in forme geometriche, ma formate da migliaia di tocchi irregolari che, a distanza, ricreano prospettiva  e profondità. 

 
Georges Seurat affrontava il problema scientificamente. Servendosi dei sistemi degli impressionisti come punto si partenza, studiò la teoria ottico-scientifica dei colori e dipinse i suoi quadri come fossero mosaici cioè attraverso piccoli punti di colori puri. Così facendo i colori si sarebbero fusi nella retina senza perdere di intensità e luminosità.Il puntinismo, questa era la sua tecnica,  evitava  ogni contorno disperdendo le forme in superfici composte di punti multicolori, il che comprometteva la leggibilità del quadro. Questo lo portò a semplificare e stilizzare le forme.  Un ruolo fondamentale è dato anche allo spessore della pasta. Senza questo spessore che dà movimento e volume al colore non si otterrebbe la stessa lucentezza.
 Il secondo motivo accattivante di questa corrente artistica è il SENSO DI IMMEDIATEZZA che trapela da queste opere. Sono quasi sempre opere che si offrono a noi con concetti di facile comprensione: la luce e il sole di un pomeriggio estivo, uno scorcio di Parigi, un riverbero nell’acqua , una veduta della campagna contadina che ci circonda , gli alberi, i covoni di fieno, la sinuosità di un corpo femminile.  Siamo tornati al paesaggio, ed è un paesaggio gioioso che vuole celebrare la vita come qualcosa di piacevole e festoso, e dove anche lo sfondo è protagonista . Solo più avanti, in quella che viene definita la corrente post impressionista o espressionista ,  rappresentata da Van Gogh, Gauguin e Munch , questa pittura  acquisterà una potente carica di drammaticità  e dolore penetrando nei segreti più profondi dell’animo umano.Gli impressionisti hanno bandito il concetto di “effetto” pittorico. A noi spettatori viene offerta l’esperienza soggettiva del pittore che osserva l’effetto e quindi la sua interpretazione emotiva in quel preciso momento.  Era del resto inevitabile questo capovolgimento radicale di interpretazione. La scoperta della macchina fotografica  svuota di significato la rappresentazione realistica della realtà , l’arte non può più riprodurre immagini ma deve comunicare, cosa….. una rappresentazione emozionale , una vibrazione cromatica che innesti, amplificandolo,  un ricordo sensoriale.Il talento di questi pittori, che tanto dovettero applicarsi allo studio della luce, sta nel cogliere l’effetto luminoso nell’istante in cui si trasforma in impressione. E più il risultato è raggiunto , maggiore risulta la gratificazione di chi osserva, che riesce a far proprio e a potenziare questo processo selettivo di osservazione della natura.
La grande novità dell’impressionismo è proprio la creazione di uno specifico linguaggio pittorico che abbatta i canoni oggettivamente riconosciuti di rappresentazione del reale, per essere definitivamente sostituita “cogliendo  l’attimo”. Quello che i pittori ci offrono non è più uno stereotipo costruito ma un fermo immagine.Svolta di non poco conto se si pensa che tutta l’esperienza culturale e artistica occidentale era basata su questo caposaldo, il perfetto naturalismo. E ben poco spazio di manovra avevano avuto nei secoli i pittori,  al servizio di mecenati che commissionavano per se’ soggetti religiosi, ritratti e decori per le proprie dimore.  Sicuramente il lavoro di questi “accademici” offriva loro maggiore continuità e garanzie. Ma il progresso non si può fermare, nascono la fotografia, il cinema , le nuove tecniche di riproduzione a stampa . E paradossalmente in una nuova civiltà di immagini la pittura si ritrova in un ruolo nettamente marginale. La rivoluzione Francese stessa ha radicalmente modificato le condizioni di vita e di lavoro degli artisti. I giovani pittori impressionisti hanno meno certezze di sostentamento di vita, risentono immediatamente dell’influenza del romanticismo e della cultura giapponese e sono pervasi dal desiderio di riuscire a esprimere la propria individualità.  Parigi e Monmatre sono il fulcro di questo fermento .E dunque da questo momento in poi l’arte attiva il suo processo di  cambiamento, non la riproduzione ma la comunicazione. Gli impressionisti ne preparano le basi dal punto di vista tecnico , il periodo successivo nel preparerà i contenuti. Per arrivare alle correnti più contemporanee, dove l’arte serve a mettere in comunicazione due soggetti, l’artista e lo spettatore, utilizzando una forma che può anche non riprodurre la realtà visibile. Le rivoluzioni a seguire saranno globali, espressionismo, cubismo,  futurismo, surrealismo e astrattismo.

IN  CONCLUSIONE .....questi quadri li amavamo tanto prima e adesso……. ancora di più?  Questa breve riflessione può generare  il desiderio di rivedere i dipinti impressionisti con un occhio più attento e preparato ?  Spero proprio di sì, a me è successo! 
 
E, per chi, nella sua tavolozza, si sente un po’ Impressionista e vuole provarne il fascino,, cosa suggerire:
Riassumiamo la tecnica:
Scelta del soggetto:
Vedute di paesaggi, case e strade di campagna, marine o paesaggi fluviali in cui i riflessi di luce, sia dell'acqua, ma anche di un bosco piuttosto che di una strada siano l'elemento di maggiore interesse.Qualunque sia la scelta, anche laddove vi siano figure, deve essere in piena luce
Esecuzione:
Alla prima, cioè senza preparazione della tela o al massimo una preparazione sui toni neutri possibilmente non uniforme.L'esecuzione deve essere molto veloce, senza preoccupazioni di definire con precisione i particolari ed i contorni. La forma ed il disegno devono essere subordinati al colore.La prima impressione è quella che conta, non ci devono essere ripensamenti. Possibilmente va fatta una sola stesura e le eventuali sovrapposizioni andranno eseguite durante questa fase. Solo se si dovranno rafforzare alcune luci od ombre si potrà dare in seguito qualche pennellata di ritocco, ma sempre con grande economia.
Scelta dei colori:
eliminazione del nero, dei bruni scuri e dell'ocra per dare spazio ai colori primari e derivati di essi
Uso del colore:
Evitare le mescole dove possibile, accostare i colori complementari nei contrasti di luci e ombre le quali saranno del colore complementare a quello dell'oggetto che le proietta.
Pennellata:
La pennellata deve essere sciolta, veloce, formata da brevi tratti di colori diversi accostati, non mescolati. E' anche possibile, anzi preferibile diversificare il tipo di pennellata rispetto a quello che si deve dipingere

Quindi…..per i pittori che desiderano cimentarsi in questa avventura……

                                              BUON   LAVORO !!

martedì 26 maggio 2015

Concorso di Pittura a Soncino

In occasione del 50° anno dalla fondazione del G.A.R. gruppo artistico Rosetum di Milano, è stata organizzata una bella festa nel bellissimo borgo di Soncino.
In questa occasione si è tenuta una mostra-concorso nel famoso castello.
I nostri quadri dovevano essere ispirati proprio alle bellezze di questo paese.
Ho pensato di fare una veduta dall'alto del borgo rifacendomi alla ben più nota corrente futurista chiamata AEROPITTURA, cioè visione dall'aereo.
Ma poi mancava qualcosa...Sì mancava il punto di vista.
Allora ho pensato di essere un'anatra che insieme ad altre sorvola la campagna.

Ed ecco il mio quadro



Titolo: Anatre volano sopra Soncino
Misura: 80cm x 70cm
Tecnica: olio su tavola di faggio

Con mia grande sorpresa ho vinto il Primo Premio.
Sono stata particolarmente soddisfatta di questo riconoscimento per due motivi:
il primo è che la giuria non conosceva i pittori partecipanti ed era stata scelta in loco, quindi il giudizio è stato imparziale e sincero.
Il secondo motivo è che questo quadro non è di immediata lettura, come del resto lo sono sempre i miei quadri, ma obbliga lo spettatore a fare uno sforzo di creatività partecipativa.

E questa è la foto che ritrae i primi tre classificati




lunedì 24 novembre 2014

Milano Expo 2015 - un quadro per riflettere

Buongiorno a tutti.
Vorrei spiegarvi il mio ultimo lavoro.
Sono una veterana del Gruppo Artistico Rosetum. Iscritta dal 1976  partecipo sempre volentieri e con entusiasmo ad una serata che è ormai nella tradizione del gruppo, ovvero la serata a tema.
In breve:
il consiglio del G:A:R: organizza ogni venerdì  serate diverse fra le quali, con la frequenza di una al mese, quella dedicata ad  un tema preciso, stabilito dal consiglio stesso e sul cui tema noi pittori realizziamo il nostro quadro.
Ebbene, il tema era: Apparecchiamo l'expo 2015.
Bene! Non aspettavo altro!
Dovete sapere che da quando a Milano hanno cominciato i lavori per l'Expo ne ho viste di tutti i colori, fra cantieri aperti e lasciati a metà, per non parlare del traffico caotico ed estenuante. Una situazione veramente esasperante che si protrae da più di due anni a questa parte.
Tanto per cominciare...partiamo dal titolo
                                                   NUTRIRE IL PIANETA
Io dico: una gran bella ipocrisia! Chiedo scusa a chi invece approva, ma questa è la mia sincera opinione.
Così dovendo esprimere con un'immagine il mio pensiero è uscito, in perfetto stile DADA, questo:



Comunque la pensiate...   UNA BELLA PROVOCAZIONE, credo.
Una tovaglia bianca, pulita, apparecchiata per due piatti, strappata in due. Da un lato nel piatto c'è un diagramma a torta ( penso non ci sia bisogno di spiegare l'allusione ), dall'altra nel piatto c'è un bambino nero, denutrito.
Senza dubbio è un immagine forte, volutamente provocatoria, perchè anche se non vogliamo vedere, nè ammetterlo, noi popoli occidentali, ( un terzo del mondo ), ci stiamo mangiando le risorse di tutto il pianeta.
Non vi dico le reazioni quando gli altri del gruppo lo hanno visto! Le avevo già messe in conto ed ero preparata. Ma... andiamo con ordine.
Dietro alla tovaglia lo strappo fa intravedere quello che sta sotto.
due personaggi anonimi ( dei quali ho disegnato la silouette ), incravattati, distinti uomini di affari si danno la mano in segno di accordo e, per chi lo vuole vedere, allude anche alla mafia.
Sotto le reti rosse dei lavori in corso si intravede la parola Speculation ed altre come Disadvanteges e Derivative, a fianco un murales di protesta dove sta scritto Cantiere. Tutto questo è stato dipinto su un pezzo di carta stampato che rappresentano diagrammi borsistici.
Infatti in alto a sinistra è disegnata l'insegna di piazza affari.
Sempre dipinto in trasparenza sui diagrammi c'è il Castello Sforzesco, deturpato da costruzioni  a piramide che prepotentemente incombono in primo piano, come se volessero farlo arretrare ed allo stesso tempo oscurarne la bellezza.
Forse un allusione al passato e alle nostre tradizioni ormai obsolete?
A destra a fianco del Castello il grattacielo si staglia cercando di raggiungere il sole, conquista ed emulazione di progresso, ma solo quello tecnologico.
 Quello vero, quello che dovrebbe veramente essere l'emancipazione dell'uomo, quello per il quale tutta l'umanità rispetta il pianeta dandoci la possibilità di avere diritto TUTTI  al cibo ed all'acqua, quello... quello deve ancora venire!
Forse non lo vedrò mai.
Ecco perchè parlo di ipocrisia.
Nutriamo il pianeta... voi ci credete?
Ci credete che porterà posti di lavoro?
Ci credete che Expo sia una buona opportunità?
Certo, forse poteva esserlo, ma da quello che sento e vedo è ancora un modo per i  pochi, potenti e sopra tutto sempre quelli di accumulare soldi e potere.
Perciò, scusate, io non ci credo!

Dicevo prima... ero assolutamente cosciente della provocazione ed infatti quando è stato il momento di commentare il mio quadro è venuto fuori di tutto.
C'è chi si è indignato e mi ha accusato di essere sadica. Ma come ti è potuta venire in mente un'idea simile? Qualcuno mi ha detto ed io ho risposto: E' quello che in realtà facciamo tutti i giorni, i tre quarti del mondo che soffre la fame lo abbiamo creato noi, e ancora ce lo stiamo mangiando.
Altri hanno invece capito e si sono solo limitati a  commentare la realizzazione, dicendomi che magari sarebbe bastata solo la silouette del bambino per far capire comunque il sigificato.
Beh, io la vedo così, e non cambierei di una pennelata o colore quello che ho fatto.

Comunque sia volevo provocare per fare e farmi riflettere a quanto pare ci sono riuscita.

martedì 11 novembre 2014

Perchè preparare la tela

Dopo tutte le informazioni che vi ho dato riguardo alla preparazione dei supporti  mi rendo conto che forse comprare una tela già pronta per essere dipinta è la soluzione più comoda, a meno che, come me, non si voglia usare il legno. In questo caso, l'avete visto, è tutta un' altra storia.
Bisogna sapere alcune cose prima di acquistare una tela.
Al di là del tipo di trama, più o meno grossa, ci sono tele sintetiche, tele di cotone, lino e canapa.
Le migliori, è inutile dirlo sono quelle in fibra naturale.
Mi raccomando! Escludete le sintetiche. Il risultato sarebbe deludente e forse vi scoraggereste subito.
Ma anche le tele in fibra naturale possono avere imprimiture differenti con effetti diversi.

Ci sono le tele preparate a gesso, le riconoscete perchè sono ruvide al tatto. Quando dipingete tendono ad assorbire molto colore. E' possibile in questo caso carteggiarle con carta vetrata fine.
Al contrario le tele ad imprimitura ad olio sono difficoltose in quando il colore scivola. Questo tipo di imprimitura si riconosce dal colore leggermente giallognolo. Se non si ha una pittura abbastanza materica, ovvero usando il colore a pasta ve le sconsiglio.
Infine quelle  preparate con il bianco di titanio e gesso sono le migliori.
Ma dipingere sulla tela bianca non è la cosa migliore.
In primo luogo  tutta quella superficie bianca spaventa un po', per lo meno a me fa questo effetto. Inoltre c'è un motivo molto preciso che spinge ogni pittore a preparare la tela con un colore neutro.

Sì, la superficie bianca oltre a disorientare è ingannevole.
I colori infatti risultano più scuri o più chiari, più squillanti o più spenti in base ai colori immediatamente vicini, cioè quello che normalmente viene chiamato contrasto.
A dimostrazione possiamo fare una prova molto semplice.
Prendiamo due fogli, uno bianco ed uno nero e mettiamo, ad esempio un quadrato grigio identico su ciascuno dei due fondi.
Ci si accorge immediatamente che  sul bianco il grigio risulta scuro, ma lo stesso grigio sul nero risulta molto più chiaro.
E' un effetto della percezione del nostro occhio.
Ecco spiegata la necessità della preparazione di base con un colore neutro come ad esempio una terra di Siena naturale o bruciata, se si desidera un fondo " caldo " o una terra d'ombra naturale, logicamente diluite e stese  in modo da creare una superficie di colore molto sottile, altrimenti la terra d'ombra risulterebbe notevolmente scura.
In questo modo i colori che andremo ad usare verranno percepiti dal nostro occhio nel tono corretto.


Vi aspetto alla prossima lezione in cui vi spiegherò in concreto diversi procedimenti di preparazione di questa base e del disegno.

venerdì 10 ottobre 2014

La bellezza genera bellezza

Oggi non parlerò di pittura ma vorrei approfittare di questo spazio per dire una cosa molto importante.
Dunque...
Accendo il televisore per sentire le ultime notizie. Uomini che combattono gli uni contro gli altri, i politici che fingono di fare gli interessi dei cittadini, gente in fila per ore ed ore, come automi senza cervello per poter comprare l'ultimo modello di iPhone, ( e anche su questo avrei una considerazione da fare, ma mi serve un'altro post ).
Penso: sono io che non sono al passo con i tempi o l'essere umano sta correndo ad una velocità folle verso un precipizio?
Spengo la TV ed esco.
Parlo con la gente, ognuno ha la sua storia, mai banale.
Ognuno è un mondo fatto di gioie ma sopratutto di problemi, a volte sono storie di sofferenza, ma nonostante questo ogni persona è capace di grandi slanci, è solidale, sa dare affetto e comprensione.
Mi accorgo che nell'individuo c'è una grande bellezza.

La bellezza è contagiosa!
La bellezza crea altra bellezza!

Ma allora riprendiamocela questa bellezza perchè è l'unico vero senso della vita, è ciò che ci eleva e ci dà la dignità di chiamarci esseri umani.
Vedete... Abbiamo già cambiato il mondo

venerdì 25 luglio 2014

Progetto per un concorso - come nasce un quadro

Quest'anno il circolo culturale Menestrelli del tram ATM   indice il Primo Concorso di Pittura abbinato al più ben collaudato Concorso Letterario ormai alla sua quinta edizione.
L'associazione è nata nel 2005 per volontà di un gruppo di colleghi dell'Azienda Trasporti di Milano.
Due motivi mi hanno convinto a partecipare con un quadro a questo concorso:
 il primo è affettivo.
Mio padre ha lavorato per ben quarant'anni in ATM ed è scomparso proprio nel 2005, quindi perchè non rendergli omaggio?
Il tema del concorso è dedicato a Lucio Dalla e, combinazione vuole che da un po' di tempo pensavo di tradurre in immagine quella bellissima canzone su Tazio Nuvolari. Ecco così spiegato il secondo motivo.
In effetti tutto l'album " Automomobili " inciso nel 1976 è incredibilmente FUTURISTA, sia nei testi sia nella musica.
Dinamismo, colore, simultaneità di immagini, parole...  perfetto allineamento con la mia espressione artistica.
Personalmente ritengo che sia uno dei migliori, se non in assoluto un capolavoro della produzione di quel meraviglioso artista che era Lucio Dalla.
Ed ecco il mio lavoro



ora vi faccio vedere passo passo come è nato:





 Il primo abbozzo studia le " linee guida " cioè lo schema entro cui andrò ad inserire figure e parole e che voglio che evochi contemporaneamente  il percorso stradale e la velocità
In basso un accenno di bandiera sventolante al traguardo


 In questo disegno ho ripreso una delle foto che più mi sembravano indicate per descrivere la frase della canzone che recita:

NUVOLARI HA LA MASCHERA TAGLIENTE

Si vede anche la sovrapposizione dell'altro viso visto di tre quarti


Ed ecco lo schizzo dell'auto, sempre presa da una foto dell'epoca, per l'esattezza nel Gran Premio di Germania del 1935 sulla pista di NURBURGRING guidando un'Alfa Romeo.
Il suo trionfo fece inviperire i gerarchi tedeschi che si aspettavano di vedere l'affermazione della loro nazione.
Sullo sfondo ho aggiunto degli archi in una prospettiva " deformata " per dare più dinamismo al tutto





Qui l'immagine dell'auto viene inclinata e sdoppiata
sempre alla ricerca del concetto di dinamismo e velocità







Infine il disegno definitivo

 Ora è la fase del collage. Questo è il particolare dove ho stampato parte del testo della canzone sulla foto di un cielo e l'ho incollata alla tavola. Infatti ho usato come supporto una tavola di compensato di faggio spessore 5mm rinforzata da un telaio. Ho dato due mani di gesso ( vedi post precedenti riguardo le imprimiture ), ho riportato il mio disegno ingrandito ed infine ho dato una base di colori ad olio molto leggera per " sporcare " il supporto.
Eh già! a me non piace dipingere sul bianco, tutta quella superficie vuota mi spaventa



Ancora una foto sulla quale ho stampato parole appropriate e l'ho incollata.
In seguito riprenderò la foto con pennellate di colore
 Dove vedete il testo significa che ho incollato una foto o pezzi di carta stampata.



questa è tutta la fase preliminare che riguarda il collage

E qui si comincia finalmente con la prima stesura



Mi accingo a dipingere l'auto.




Prima stesura dei due ritratti in sovrapposizione.

In seguito ci vorranno parecchie stesure in cui andrò a " cancellare " il ritratto di tre quarti e a rafforzare le linee guida che sono quelle che danno il movimento a tutto il quadro.
Se poi andate a vedere il quadro terminato il disegno non è rispettato completamente in quanto in fase di lavorazione ho apportato delle modifiche necessarie per un miglior risultato.

lunedì 14 luglio 2014

Lezioni di pittura. Ritratto del quadro eseguito presso gli allievi del gruppo Sirio

Ecco qui mio figlio Aliosha e mia nuora Roberta ritratti nel giorno del loro matrimonio.
Ho cominciato questo quadro quest'inverno nel corso di tre lezioni presso il gruppo Sirio dedicate al ritratto.
I miei allievi mi osservavano mentre io dipingevo e descrivevo loro quello che stavo facendo, che colori adoperavo ed in che modo.



In quella sede, come dimostrazione ho terminato solo il ritratto di Aliosha.









Ho fatto alcune foto dei vari passaggi nella lavorazione fino al prodotto finito, ed ecco qui la sequenza

Ho continuato per mio conto  quello di Roberta.




                                                        Qui si vede solo la traccia segnata sotto la base di preparazione ad olio







ecco il particolare






                                                                         
 ancora una stesura.
ora è più naturale



Qui mi sto dedicando allo sfondo e ancora ad un ulteriore stesura sui due visi.
Per lo sfondo ho riprodotto parte di un quadro che rappresenta due aironi formati dalla data del loro matrimonio. Naturalmente l'ho regalato a loro in quella occasione. Lo si può vedere meglio nelle foto dei quadri sulla natura










Finalmente il quadro è  finito.
Posso firmarlo

lunedì 7 luglio 2014

lezioni di pittura - L'imprimitura delle tele


Eccomi qui oggi per continuare la mia lezione, o meglio i miei consigli riguardo all'imprimitura.
La tela è il supporto più usato sia per dipingere a tempera sia per la pittura ad olio ed acrilici.
Le tele di lino sono le più apprezzate ma anche altri tessuti come la canapa, il cotone e la juta sono ugualmente indicati.
Più di ogni altro supporto la tela si adatta meglio alle contrazioni e dilatazioni provocate dale variazioni atmosferiche, inoltre sono molto agevoli per il trasporto, specie se si tratta di dipinti di grandi dimensioni.
Le tele di cotone sono indicate per quadri di piccole dimensioni mentre per le grandi dimensioni è preferibile il lino greggio o la canapa.
Ma veniamo alla preparazione.
Dapprima si bagna la tela da ambo i lati con una spugna, poi si prepara la colla di coniglio ammollandola in acqua come ho già spiegato nella lezione precedente.
Si scioglie quindi a bagnomaria in proporzione di 60gr. di colla per litro di acqua. Si ottiene la cosiddetta " colletta " che appiccica un pochino toccandola con le dita.
Questa leggera colla tiepida si applica sule due parti della tela e si lascia seccare bene.
Si passa ora all'imprimitura vera e propria impastando con un mestolo di legno la colletta moderatamente calda con del gesso spento o gesso di Meudon, finemente polverizzato aggiungendolo gradatamente fino ad ottenere una pasta molle, omogenea e senza grumi, quindi vi si aggiunge a poco a poco , sempre mescolando altra colletta fino ad ottenere una soluzione leggermente denza ma fluida in modo da poterla distendere bene con una pennellessa.
Se ne applicherà una prima mano sulla parte della tela da dipingere e si lascerà seccare all'aria ma non al sole.
Quando è ben secca si darà una seconda mano e dopo che sarà secca si levigherà con della carta vetrata fine.
Attenzione a non applicare strati di gesso e colla troppo spessi, in quanto potrebbero formarsi bolle o rigonfiamenti. 
L'imprimitura può risultare assorbente, poco assorbente o non assorbente a seconda della preparazione.
Le tele assorbenti sono da sconsigliare per qualsiasi genere di pittura in particolare per quella ad olio, dal momento che assorbendo in grande quantità l'olio contenuto nei colori verranno corrose, divenendo rigide e friabili così che la pittura in seguito potrà screpolarsi e distaccarsi.
 Le più adatte sono quindi tele preparate a gesso e colla sulle quali si stenderà un'ulteriore mano di colla di gelatina o del vinavil allungato con acqua, questo accorgimento renderà la tela poco assorbente. Se poi si vuole ottenere un fondo non assorbente basterà applicare sull'imprimitura già ottenuta una mano di bianco di titanio in olio o della vernice di dammara diluita con olio di lino crudo, questo tipo di preparazione è molto indicata per la pittura ad olio e colori acrilici.
Acquistando tele già preparate è consigliabile passare sulla parte da dipingere una mano leggera di vernice di dammara diluita con un po' di olio di lino crudo.
Volendo incorporare la tela ad un supporto rigido come tavole, pressati o cartone si bagna dapprima la tela, fissandola con dei chiodini, quando è ben asciutta si applica una mano di di colla di caseina o vinavil sia sulla tela che sul supporto rigido, vi si adagia quindi la tela e con un rullo di gomma dura si pressa partendo dal centro verso i lati in modo da ottenere una perfetta adesione. 
I lati che sporgono si ripiegano incollandoli sul retro del supporto, si fa seccare e si provvede poi alla normale imprimitura nel modo sopra indicato.

La prossima lezione riguarderà l'imprimitura di carte e cartoni