mercoledì 23 novembre 2016

locandina mostra

 Nei giorni 26 e 27 novembre ci sarà una mostra che comprende i lavori degli allievi che vi ho presentato uno per uno nei post precedenti e naturalmente esporrò anche qualche mio lavoro.

Angela Aruta, allieva ma soprattutto amica, dopo esserci consultate ha pensato di intitolare questa esposizione " PITTORI A BOTTEGA ".

Questo titolo mi è sembrato davvero azzeccato oltre che bello e simpatico.

Così è nata la locandina

Naturalmente siete tutti invitati!

All'inaugurazione, ore 16,  ci sarà un piccolo rinfresco.

martedì 1 novembre 2016

Linda Magnani

Vi presento l'ultima allieva... ultima secondo l'ordine alfabetico, si capisce! Il suo nome è

Linda Magnani

Da sempre appassionata di pittura, hobby che ha potuto coltivare solo quando è stata libera dagli impegni di lavoro.
Frequenta dal 2006 il corso di pittura presso il CAM sotto la guida sapiente di Giancarlo Luini.
Fa parte del Gruppo Sirio e da qualche anno partecipa con entusiasmo a tutte le iniziative del Gruppo.
Guardando i suoi paesaggi ci si rende conto che ama esprimersi in modo semplice e naturale.  

L'ho conosciuta per la prima volta quest'anno in occasione del mio corso sull'impressionismo.

Davvero impacciata durante la prima lezione perché, come sempre  per chi incontra il mio metodo per la prima volta, si trova di fronte ad un mondo sconosciuto.

Ma Linda ha avuto massima fiducia in me e si è lasciata guidare e "plasmare" con moltissima umiltà e piano piano ha imparato un nuovo approccio con colori e pennelli.

Il suo primo lavoro  

Soggetto semplice scelto fra le tante foto proposte da me.

Linda Magnani non aveva mai lavorato con una base preparatoria. Ha trovato notevoli difficolta nella resa del fogliame e dell'erba.

Normalmente si crede di dover dare ai vari elementi i loro colori specifici, per cui se l'erba è verde dobbiamo colorarla in verde.

ERRORE!

L'impressionismo ci insegna che i colori si influenzano a vicenda, cioè subiscono il riverbero di quelli immediatamente vicini, inoltre un colore è formato da molti colori diversi con la predominanza di uno in particolare, quello che l'oggetto riflette.

Linda faceva fatica a capire questo concetto e cercava di trovare il colore giusto facendo la mescola sulla tavolozza anziché mescolare le tinte direttamente sulla tela.

Ma questo è un errore comune a molti. La mescola sulla tavolozza ci porta a tinte più uniformi, piatte e "sporche". Sappiamo che più si mescolano i colori fra di loro e più tendono ad essere spenti, mentre fondendoli sulla tela con brevi tratti saranno necessariamente più puri e quindi luminosi.

Questo primo lavoro è abbastanza ingenuo dal punto di vista tecnico e compositivo, diciamo che è stato un primo esperimento.

Ma guardate il progresso già nel secondo lavoro


Tutta un'altra storia. L'erba non ha più quel colore verde brillante un po' "falso".

Qui i toni sono più armoniosi nonostante ci siano degli aranci accesi. Gli stessi colori risuonano qui e là in tutto il quadro creando appunto un'armonia. Inoltre la pennellata è diversificata, sia nella grandezza e nello spessore sia nella direzione.

Il merito del risultato sta nel grande impegno di Linda nel lasciarsi guidare passo passo da me e nel mettere diligentemente in pratica i miei suggerimenti.

Ed ecco il suo terzo lavoro

  Questo tramonto dimostra che la pittrice ha imparato molto sull'uso degli accostamenti di colori caldi e freddi, lo si vede bene nelle nuvole del cielo e nella risoluzione della sabbia, che non sembra una distesa piatta perchè quelle piccole pennellate di grigio-azzurro fanno intuire la discontinuità della superficie sabbiosa.

Anche se la barca è ancora un po' "ingenua" Linda Magnani ha fatto un notevole progresso e questo per me è quello che conta.

Questo è tutto ciò che è scaturito dal corso sull'impressionismo.

A Novembre verrà allestita una mostra con tutti i quadri dei pittori che hanno partecipato a tutti i corsi che ho tenuto in tre anni presso il Gruppo Sirio di Milano.

La mostra sarà intitolata:

Pittori a bottega - laboratorio artistico sotto la guida di Raffaella Pinna

Ma vi informerò meglio sul prossimo post

mercoledì 26 ottobre 2016

giancarlo luini

Anche oggi sono qui per parlarvi di un mio allievo

Giancarlo Luini

Pittore figurativo di realismo contemporaneo, ritrattista, paesaggista e grafico, una spinta fondamentale, nel suo percorso artistico, la ottiene con l’ incontro con Carpi, Milesi, Passoni, Valtorta e il Prof. Dilani del Circolo Culturale V. Van Gogh. Nel 2002 assistente del Maestro Giampietro Maggi entra a far parte degli insegnanti di disegno e pittura a olio al CAM ininterrottamente dal 2009.

Ma ci pensate? Io che ho come allievo un insegnante! E' per me un onore e motivo d'orgoglio.

La sua attività pittorica si è presto affermata per opere di pregio, cariche di fascino evocativo, per ritratti di sensibile umanità, sapendo cogliere ed esprimere sulla tela intimi valori interiori.

Membro dell’Associazione Artistico Culturale Gruppo Sirio. dal 2002 ne diventa Presidente nel 2010, dopo anni di presenza costante nel Consiglio Direttivo.

Giancarlo mi segue da quando ho iniziato a frequentare il gruppo Sirio anzi, è stato proprio lui a propormi di insegnare.

Luini è una persona gentile di grandissima umiltà, diciamo... un "allievo" modello. 

Ascolta qualsiasi suggerimento e mette in pratica diligentemente, cercando di fare tesoro di ogni insegnamento che possa migliorare la sua arte.

Naturalmente, essendo a sua volta insegnante ha eseguito mirabili lavori.

Ecco il primo



Questo lavoro è stato ispirato da una fotografia, ma qui c'è poesia.

Gli alberi spogli, i colori autunnali e la piccola figura solitaria hanno un significato simbolico. Questa però non è una solitudine negativa. I colori suggeriscono piuttosto un intimo rapporto con il paesaggio, un luogo in cui stare bene in serenità e contemplazione. 

La tela è stata preparata con una base di Terra di Siena naturale, bruciata e poca terra d'ombra. Sono susseguite sovrapposizioni degli stessi colori alternati ai verdi, violetti, stil de grain e Bruno Van dick. I rami degli alberi e la boscaglia in lontananza è stata realizzata alla fine su tela asciutta.

Bello l'effetto del primo piano molto scuro che dà molta luminosità a tutto il quadro nonostante l'uso del bianco sia pressoché inesistente.

Secondo lavoro


Giancarlo non si risparmia.

Voglio dire che cerca sempre di superare se stesso sfidandosi nella scelta di soggetti abbastanza complessi. In questa Venezia c'è prospettiva, profondità e luce a dimostrazione di un disegno accurato e preciso.

Precisione che però viene superata con l'uso disinvolto del colore usando pennellate di colori complementari a contrasto specialmente nei molteplici riflessi d'acqua. Egli ha colto perfettamente la lezione impressionista. Il risultato è ottimo, equilibrato anche compositivamente.

Terzo ed ultimo lavoro


Come dicevo Giancarlo Luini non cerca scappatoie.

Questa ampia veduta sui Navigli, descritta al tramonto quando già si accendono i lampioni, la dice lunga sulle sue capacità grafiche e pittoriche.

Soggetto difficoltoso per la prospettiva e pieno di particolari che questo artista dalla pazienza infinita risolve brillantemente. Infatti non ha mai fretta di finire il lavoro e si sa, la tecnica ad olio necessita appunto di pazienza.

Molto bella la risoluzione della luce ottenuta con accostamenti di toni caldi della gamma delle terre a quelli più freddi con aggiunta di violetti.

I colori che Giancarlo predilige sono pacati, armoniosi ma mai spenti, per un gioco di chiaro-scuro molto incisivo in cui le ombre sono colorate e le luci non sono bianche.

Cos'altro dire se non      

                                          Bravo!





venerdì 21 ottobre 2016

Oggi vorrei parlarvi di due pittrici

Gabriella Ferrario e Bianca Frigerio

Gabriella è tenace, volitiva e amante della natura spazia fra temi e colori carichi di sentimento.
Membro dell'Associazione Artistico Culturale Gruppo Sirio, da anni coltiva la sua passione partecipando alle iniziative del gruppo e proponendo sempre nuove idee.
Hanno scritto di lei:
La sua inventiva è frutto di paziente e meticoloso sentimento costruttivo e di una mai sopito anelito di ricerca. Le sue diverse sfumature e le dosate tonalità, immergono lo spettatore, trasportandolo nel mezzo della natura che descrive. E’ un modo di fare arte di notevole spessore. Avv.Cav. Uff. Giorgio Tarantino – Critico d’Arte.

E' la prima volta che Gabriella partecipa ad un mio corso.

Alla prima lezione e per qualche altra successivamente ha incontrato parecchie difficoltà in quanto il  procedimento che le proponevo era completamente diverso da quello che lei ha sempre usato. Non era abituata alle sovrapposizioni a velatura, ed anche la pennellata a piccoli punti di colori contrastanti presentava dei problemi.

Quanto poi ha cominciato a far suo il nuovo metodo ne è rimasta entusiasta.

In effetti il lavoro che ne è scaturito è gradevole.

Eccolo


Ha scelto lo stesso soggetto di Pasquale De Cillis, ma la sua interpretazione è diversa. 

I contorni sono meno definiti, i contrasti di colore vengono applicati a piccoli punti in modo tale che guardando a distanza tutto si fonda in modo più delicato. Inoltre ha risolto bene la prospettiva aerea colorando gli elementi più lontani con toni tendenti all'azzurro e sfocandone i contorni in modo da confondersi con il cielo.

Gabriella Ferrario ha prodotto anche un secondo quadro di cui non ho la foto. Peccato! 

Bianca Frigerio 

Ha frequentato corsi di pittura: per tre anni presso la Scuola Civica di Via Quarenghi, per un anno con il maestro Tedeschi (Mondo Donna). Successivamente ha seguito i corsi presso il gruppo G.A.R. (Gruppo Artistico Rosetum) con i maestri Sergio Giannini e Luigi Boriotti.

Artista poliedrica amante degli animali, spazia dalla natura morta ai paesaggi con effimera naturalezza.

Ha seguito diversi corsi sotto la mia guida, dapprima presso il G.A.R. quando io ho preso il posto del maestro Giannini, poi al Gruppo Sirio e infine partecipando alle lezioni sull'impressionismo. Perciò conosce bene il mio metodo, le sovrapposizioni di colore a velatura e la mescolanza dei colori direttamente sulla tela in modo da ottenere una luce più viva.


Questo lavoro è stato tratto liberamente da una foto.

Possiamo notare ii tratto veloce e deciso, Bianca è una persona dal carattere forte che si rivela nei suoi quadri. In queste lezioni si è cimentata sul tema del mare. 

Qui è riuscita a dare la sensazione di un'atmosfera nordica in cui spesso il tempo è nuvoloso ed il mare grigio.

Il quadro è stato svolto abbastanza velocemente curando particolarmente il gioco di colori caldi e freddi sulle onde. Il risultato è piacevole.

Secondo lavoro: mare in burrasca, ma con un tempo soleggiato. 

Anche questo quadro è stato ispirato da una foto, ma Bianca ha saputo andare oltre il modello. Nel gioco dei riflessi delle onde ha applicato correttamente la tecnica che ho insegnato in questa serie di lezioni.

Il contrasto dei colori complementari crea l'effetto luce-ombra nonostante gli stessi siano chiarissimi.

Direi un buon risultato.


domenica 16 ottobre 2016

Continuando la carrellata dei miei allievi oggi vi presento

Pasquale De Cillis

E' un membro iscritto al Gruppo Sirio e partecipa attivamente alle iniziative ed alle manifestazioni organizzate da questa associazione milanese, in particolare ha seguito i miei corsi di ritratto e sull'impressionismo.

All'inizio era un po' impacciato, perché io ho rivoluzionato la sua pittura  insegnandogli un metodo completamente diverso dal suo.

Infatti non preparava la tela e lavorava direttamente sul supporto bianco, inoltre non conosceva la tecnica della sovrapposizione in più stesure. Ma è una persona che ascolta e cerca di mettere in pratica.

questo è il suo primo lavoro



Avevo selezionato immagini che potessero avere gradi differenti di difficoltà di interpretazione applicando la tecnica impressionista, Pasquale ha scelto questo soggetto.

Qui ha potuto cimentarsi con la risoluzione di problemi come riflessi sull'acqua,  il verde della vegetazione e la prospettiva aerea.

La difficoltà maggiore che ha riscontrato è stata quella di discostarsi dalla meticolosità della definizione dei vari elementi.

Infatti egli tende a riprendere in modo molto pignolo i contorni ed i colori delle figure perdendo la freschezza dell'insieme.

Il colore di un oggetto non è mai definito nell'impressionismo, ma risente dell'influenza dei colori degli oggetti immediatamente vicini, ci deve essere una " risonanza " degli stessi in tutto il quadro in modo che anche gli accostamenti più azzardati risultino in armonia.

Questo concetto non è di facile comprensione e quasi tutti gli allievi si sono dovuti scontrare e misurare con questa nuova concezione.

E' quindi stato piuttosto difficile per Pasquale dover rinunciare a tale precisione per imparare un metodo pittorico totalmente estraneo al proprio, sia appunto formale sia per l'uso dei colori.

Egli non era abituato ad  usare pennellate di colori caldi e freddi accostati, tecnica che invece ha dovuto applicare perché il suo quadro potesse risultare naturale.

Questo il suo secondo lavoro


Questo soggetto è stato scelto da una sua fotografia.

Anche qui possiamo notare la sua tendenza alla descrizione troppo precisa dei particolari che in qualche modo sacrifica l'emozione. Il primo lavoro in questo senso mi sembra migliore.

Comunque sia sono sicura, nonostante le difficoltà, ( che per altro tutti gli allievi più o meno hanno riscontrato ), abbia imparato un nuovo modo nell'uso dei colori e nel metodo di svolgimento di un quadro con la tecnica ad olio.

L'anno scorso ha partecipato al mio corso sul ritratto e dopo un primo lavoro molto sofferto ha dimostrato di aver capito piuttosto bene l'insegnamento ricevuto sorprendendomi con questo


Il volto dei bambini è sempre più difficile da riprodurre in quanto non hanno segni particolari, inoltre non hanno un carattere definito, ma qui troviamo due occhi splendidi e curiosi del mondo. Anche i capelli sono risolti bene ed in modo disinvolto. Bravo De Cillis


martedì 11 ottobre 2016

Eccomi di nuovo per presentare una allieva ed amica:

ANGELA ARUTA
Grande appassionata d'arte ha iniziato il suo percorso da autodidatta, con tanti manuali d'uso, qualche corso serale di disegno presso la scuola del Castello a Milano e la visita assidua a moltissime mostre, prediligendo l'arte figurativa.
Dal 2011 si iscrive al  GAR ( gruppo artistico Rosetum ), frequentando i corsi di acquerello con Valentino Pizzi e Luigi Zucchero. In seguito si cimenterà con la tecnica ad olio sotto la mia guida.
Ormai mi segue da diversi anni, dapprima con un corso base durato tre anni in cui ha imparato la tecnica della grisaglia ed in seguito diverse altre tecniche fra le quali il metodo del ritratto. L'anno scorso ha voluto riprendere lo studio del volto umano e quest'anno naturalmente non poteva mancare, amando moltissimo gli impressionisti.
Ed ecco il suo primo approccio con questa tecnica


Direi un buon risultato. Sono soddisfatta!
Angela viene dall'acquerello, una tecnica molto veloce ed immediata. La maggiore difficoltà che incontra nella pittura ad olio è la pazienza.
Lei vorrebbe vedere il quadro finito in una sola stesura.
Non che questo non si possa fare, ma ci vuole grande abilità e padronanza del pennello e dei colori, come ci insegnano i grandi pittori impressionisti.
Ma prima di riuscire ad arrivare a tale sintesi bisogna avere la pazienza di imparare a sovrapporre diverse stesure.
In questo lavoro la preparazione di base è stata fatta ad acquerello, sono seguite due stesure ad olio e qualche ritocco finale.
L'effetto della luminosità è stato creato usando in modo opportuno brevi pennellate di colori contrastanti accostate l'una all'altra, variandone la direzione e la grandezza.
Infatti non esistono contorni precisi che delineano i vari elementi che compongono il quadro, ma è proprio la diversa direzione della pennellata che descrive gli elementi.
Inoltre diminuendo man mano la grandezza della pennellata si crea l'effetto della lontananza pur mantenendo gli stessi forti accostamenti di colore.
Da notare l'uso parsimonioso del bianco che di per sè non è luce e le ombre " colorate ", come abbiamo imparato dalla tecnica impressionista.

Peccato che Angela non abbia potuto eseguire altri lavori, dal momento che ha
perso parecchie lezioni, ma vi presento comunque un lavoro eseguito nel corso di ritratto


L'anno scorso ho insegnato un metodo per eseguire il ritratto.
Ho scelto una bellissima fotografia di Anna Magnani, molto espressiva e ben contrastata, leggermente di tre quarti, in quanto è l'angolazione più semplice da
riprodurre.
Dice Angela:
Sono affascinata dal modo in cui Raffaella sa rendere i ritratti, tenendo conto che io sono assolutamente negata a ritrarre il volto umano e a renderne la somiglianza.
Devo dire che  non è molto somigliante al soggetto, ma la cosa curiosa è che sembra più un autoritratto.
In effetti capita spesso di ritrarre inconsapevolmente qualcosa di sè, forse perchè noi stessi siamo la persona che conosciamo meglio e così, anche se i lineamenti non sono quelli di Angela quello che qui io vedo è la sua espressione, occhi penetranti, curiosa  e dolce al tempo stesso.
Chissà! Forse questo dipinto le ha insegnato a conoscersi ancora meglio.

sabato 8 ottobre 2016

presentazione allievi corso impressionismo

Il Gruppo Artistico Sirio mi richiede da tempo di organizzare dei corsi di pittura Monotematici della durata di circa 10 incontri  presso i locali della prestigiosa sede di Villa Scheibler in Via Orsini 21 a Milano.       Queste iniziative raccolgono sempre molti consensi e adesioni.
L’anno scorso il tema prescelto è stato il Ritratto ad olio. Soggetto di partenza una splendida foto di Anna Magnani, piena di espressività e chiaro scuri.         Quest’anno la richiesta prevalente è stata per la Tecnica della Pittura Impressionista.

Come d’abitudine ho fatto precedere le lezioni pratiche con degli incontri teorici durante i quali ho sviluppato una presentazione estremamente completa del movimento pittorico, illustrando  e commentando innumerevoli dipinti.  A seguire il riepilogo delle caratteristiche tecniche di questa famosissima corrente artistica a cui bisogna attenersi per l’esecuzione corretta di un’opera, in particolare la scelta del soggetto, la modalità di esecuzione, la scelta e l’uso del colore e il tipo di pennellata.    Gli otto iscritti, Maria Celeste Andreoni, Angela Aruta, Pasquale De Cillis, Gabriella Ferrario, Bianca Frigerio, Giancarlo Luini, Linda Magnani e Clara Zurlo, si sono cimentati in più di un’opera, prendendo spunto sia dalle  immagini che ho messo loro a disposizione sia da soggetti ricercati personalmente. Sicuramente apprezzabili gli sforzi e i risultati di ciascuno.   Ho condiviso con i partecipanti suggerimenti in merito alla scelta della tela adeguata, alla sua preparazione  ed ai  colori essenziali da prediligere in questo tipo di esecuzione.

Dopo la pausa estiva, ed in previsione della mostra del 26 e 27 novembre a Milano presso Villa Sheibler dove esporranno proprio gli allievi, credo sia interessante presentarveli uno ad uno in ordine alfabetico.

Maria Celeste Andreoni  
Da sempre interessata all'arte, negli ultimi anni, ho coltivato questa passione cominciando a dipingere da auto didatta.
Ultimamente sto affinando la mia tecnica artistica, sotto la guida di Pinna Raffaella, frequentando anche i laboratori del C.A.M. 
I miei primi lavori sono stati ad acquerello, poi mi sono avvicinata anche alla tecnica ad olio e ad acrilico. 
Membro iscritto al Gruppo Sirio, partecipo attivamente alle manifestazioni ed ai concorsi organizzati dall'Associazione. 


Maria Celeste ha già partecipato a due corsi tenuti da me, il primo che posso chiamare " base " in cui ho insegnato vari metodi usati per la pittura ad olio, fra i quali la tecnica della grisaglia, ed il secondo corso sul ritratto.Valutando che gli insegnamenti precedenti gli sono stati molto utili ha quindi deciso di partecipare cimentandosi con la tecnica dell'impressionismo.

Ed ecco il suo primo lavoro

Celeste tende ad essere molto parsimoniosa nello stendere l'impasto, quasi ad avvicinarsi all'acquerello, la sua pennellata è fluida, non ci sono linee marcate e precise e questo fa sì che tutto si muove e prende vita. Dopo aver preparato la tela " sporcandola " con colori neutri, per intenderci con bianco, giallo di Napoli, giallo di Napoli rossastro e terra di Siena, ha cominciato a sovrapporre colori facendo particolare attenzione ad accostare i complementari. La scelta del soggetto - tratto liberamente da una foto - si è basata sulla semplicità delle linee giocando tutto sull'emozione del colore. Direi che il risultato è abbastanza buono, considerato la sua tendenza alla meticolosità dalla quale ha dovuto scostarsi con grande sforzo. Poteva essere migliorato azzurrando e schiarendo i colori verso la linea d'orizzonte applicando meglio la prospettiva aerea.


Il secondo lavoro:


 Anche in questo caso il soggetto è tratto da una fotografia. Qui Celeste è riuscita a rendere più profondità usando colori più scuri e maggiormente contrastati in primo piano, schiarendoli gradatamente in lontananza pur mantenendo il principio dei contrasti con colori complementari.


il terzo ed ultimo lavoro:



Nel risolvere questo quadro la pittrice ha trovato diverse difficoltà. Innanzitutto non si era mai cimentata con un soggetto marino ed anche se il disegno è pressochè inesistente la difficoltà stava nel capire la direzione delle onde, i colori che andavano usati e la resa della roccia. Ci sono volute diverse stesure per arrivare al risultato che in ogni caso mi sembra molto interessante. L'unica critica che posso fare è l'orizzonte che va sistemato nel colore, in quanto nonostante sia dritto, presenta dei punti più chiari e più scuri che lo fanno sembrare convesso. Per quanto riguarda la roccia eliminerei quella salita finale quasi verticale. Quindi la farei digradare più dolcemente aggiungendo un pochino di cielo.

Per concludere posso dire di essere soddisfatta del lavoro di Maria Celeste Andreoni, dal momento che è riuscita a percepire il mondo dell'impressionismo cercando di esprimere l'emozione.

mercoledì 29 giugno 2016

A proposito di Impressionismo


Mi sono molto  appassionata a preparare uno studio approfondito sugli Impressionisti, nonostante la mia pittura possa sembrare così diversa, ma in effetti molto del mio uso del colore deriva proprio da questa corrente pittorica.  Ho utilizzato per la prima volta la mia ricerca , suddivisa in tre lezioni teoriche , ad integrazione dei miei corsi di pittura che svolgo abitualmente presso l’Associazione Artistica Rosetum.  Il successo non è mancato e, con il passaparola, anche l’Associazione Artistica  Sirio mi ha chiesto di riproporre l’argomento,  organizzando  un corso di pittura  monotematico sulla tecnica pittorica degli  Impressionisti. Il corso si è articolato in dieci lezioni e si è  svolto presso i locali di Villa Scheibler. Mi sembra interessante divulgare una breve sintesi del mio lavoro  da dedicare a chi non ha potuto partecipare di persona e  in un prossimo articolo dare giusto spazio ai lavori dei miei allievi.
Ecco la sintesi :
 L’impressionismo è sicuramente la corrente pittorica che raccoglie ai giorni nostri i maggiori consensi , ne è dimostrazione tangibile l’enorme affluenza di pubblico che ogni nuova Mostra  richiama a se. E i più appassionati amanti dell’Impressionismo non sono necessariamente “addetti ai lavori”, anzi, i quadri degli artisti impressionisti sono conosciuti ed apprezzati anche e soprattutto da una fascia di utenza non così altamente  preparata in materia. Perché?       Da dove scaturisce questo fenomeno?  Sicuramente il primo motivo di fascino nelle opere degli Impressionisti è l’utilizzo del COLORE e della LUCE. Paesaggi e vedute, dipinti all’aria aperta, “en plein air”,  producono un’esplosione totale  di colori che diventano i veri protagonisti del dipinto. Luci e ombre hanno perso il loro contrasto ma si offrono ai nostri occhi come complementari le une delle altre, senza simbolismi, senza conflitti,  ma con l’unico scopo di offrirci un attimo di vita reale. E sono questi colori, puri e vividi,  a evocare nella nostra mente  il senso di movimento, perché le luci e le ombre non sono mai ferme. Ecco quindi  colori non mescolati e non sfumati, ma accostati nitidi e precisi, colori che non hanno più bisogno di inseguire il tratto del disegno, perché l’immagine solo delineata verrà completata dai nostri occhi, che alla distanza giusta la sapranno riconoscere.
Approfondiamo qualche dettaglio tecnico:
 Ecco le nuvole nei quadri  di Constable , non più bianche e azzurre, ma rinate nei gialli, nei verdi, nei rossi presenti nel resto del quadro, e solo così si “muovono”.

Non dimentichiamoci di quanto fu fortissimo in questi pittori l'interesse per l'illusione ottica e per lo studio della luce. Rousseau e Daubigny arrivano a dipingere gli stessi soggetti in ore e condizioni di luce diverse. L’utilizzo del colore nero viene bandito. I massimi scuri si ottengono con blu e bruni caldi a contrasto. Non esiste il nero assoluto in natura e nemmeno il bianco. Infatti le massime luci sono ottenute da gialli chiarissimi, come è evidentissimo nei quadri di Gustave Courbet e del suo  movimento denominato rèalisme.
Manet ribalta completamente il modo di esprimere in pittura le luci e le ombre. Create prima di allora “a tavolino” negli atelier con l’utilizzo di luce artificiale e quindi applicate convenzionalmente anche ai paesaggi, Manet dimostrerà che all'aria aperta non è possibile cogliere le gradazioni di passaggio tra la luce e l'ombra, i contrasti sono netti, le parti illuminate sono molto più brillanti che non in studio ed anche le ombre non sono così uniformemente grigie o nere dato che subiscono il riverbero degli oggetti circostanti, quindi risultano più colorate. Nessuno fino agli impressionisti aveva messo in discussione la credenza per cui ogni oggetto ha nella natura quella forma e quel colore definito e determinato.
Manet ed i suoi seguaci contestarono questo preconcetto scoprendo che, guardando la natura, non vediamo oggetti definiti ciascuno con il proprio colore, ma una mescolanza di toni che si fondono nel nostro occhio. Un albero dunque non sarà rappresentato in verde ma subirà l'effetto di molti colori, compresi quelli dello spazio e degli oggetti circostanti.
Pur intenti nei problemi di autorealizzazione artistica, gli Impressionisti approfondirono con attenzione le nuove scoperte scientifiche dell’epoca, in particolare nel campo dell'ottica, della composizione dei colori e della struttura della luce, come lo spettro cromatico di Bunsen e Kirchoff ( 1855 circa).      Lo scienziato più vicino alle teorie impressionistiche sul colore fu il chimico Chevreul, che iniziò lo studio delle armonie cromatiche. La tesi centrale era che i colori contigui s'influenzavano e modificavano reciprocamente. Viene osservato che ogni colore, visto da solo, è circondato da una debole aureola del suo complementare, per cui una macchia rossa su un supporto bianco avrebbe tinto di verde lo sfondo, ( fenomeno oggi noto come " persistenza  negativa dell'immagine). Fu proprio questa teoria che portò gli Impressionisti a dare all'ombra il colore complementare di quello dell'oggetto che la proietta, ed a sovrapporre i colori sulla tela perchè fosse l'occhio a fonderli, creando così tonalità  più intense di quelle ottenibili con la mescola sulla tavolozza. Gli impressionisti sfruttarono anche la scoperta che i colori complementari affiancati, se usati su ampie zone , s'intensificano reciprocamente, mentre se usati su scala  ridotta, guardandoli ad una certa distanza , si fonderanno dandoci toni che tendono al neutro.  Anche i primi esperimenti fotografici inflenzarono i pittori. Le prime fotografie su lastre presentano una sfocatura dovuta al movimento del soggetto, quest'effetto chiamato " alone "dissolve la purezza dei profili e suggerisce, come vediamo negli impressionisti, il senso del movimento. Per seguire e sviluppare le nuove teorie Claude Monet si era fatto adattare a studio una barca in modo da osservare e dipingere gli effetti dell'acqua direttamente sul fiume.  Egli capì che la natura muta ad ogni istante della giornata,  man mano che una nuvola oscura il sole o il vento increspa l'acqua. Così, volendo fermare l'attimo, non ha tempo di mescolare o armonizzare i colori, e tanto meno di stenderli a strati su un fondo marrone come facevano gli antichi maestri. Deve fissarli subito sulla tela con rapide pennellate, non curandone i particolari ma badando solo all'effetto d'insieme. I pittori nel passato sceglievano angoli di natura "pittoreschi". Qui invece tutto viene subordinato agli effetti della luce e dell'atmosfera che viene creata. Un nuovo senso di libertà e di espressione da all'artista un'immensità di soggetti. 
Dovunque il pittore scoprisse una bella combinazione di toni, una configurazione interessante di colori e di forme, un gioco di macchie di sole e d'ombra , questo e solo questo poteva diventare il soggetto per un quadro.  Tutti i vecchi pregiudizi del soggetto dignitoso, della composizione equilibrata e del disegno esatto erano accantonati .La battaglia degli impressionisti divenne un mito per tutti gli artisti innovatori in quanto dopo almeno trent'anni di incomprensione alla fine il trionfo dell'impressionismo fu completo.
E ancora  Manet, nei Selciatori in rue de Berne,  risolve le ombre non con colori scuri, come ci si aspetterebbe, ma con dei violetti chiari in contrasto al giallo. Il giallo è un colore caldo e quindi dà l'effetto della luce, il viola è freddo, e complementare al giallo, quindi anche se è chiaro dà l'effetto delle ombre. Inoltre, lo stesso lilla viene usato per risolvere la lontananza. Geniale, vero?  Stesso procedimento per  Monet – I covoni. La luce è gialla, colore caldo, le ombre sono violacee, colore freddo. Giallo e viola sono gli unici complementari la cui percezione è quella di luce-ombra, probabilmente perchè sono i più lontani nello spettro. L'osservazione della natura en plein air fece scoprire agli Impressionisti che le ombre sono colorate rivoluzionando il concetto del tono su tono utilizzato sino ad allora.    E …. il dipingere di getto ??  Non sono numerosissimi, nonostante si ritenga il contrario, i dipinti impressionisti realizzati “alla prima”, di getto, in una sola seduta. Le opere venivano impostate, lasciate parzialmente asciugare, dotate di una seconda o terza stesura e, infine, generalmente rifinite in studio per adattare la pittura ad un ambiente chiuso, in cui il quadro sarebbe stato fruito. Gli impressionisti hanno completamente abbandonato i tre principi illusori dei pittori accademici e cioè: linea, prospettiva secondo uno schema teorico e illuminazione artificiale. Gli  impressionisti  arrivano alle linee vive e vere, non strutturate in forme geometriche, ma formate da migliaia di tocchi irregolari che, a distanza, ricreano prospettiva  e profondità. 

 
Georges Seurat affrontava il problema scientificamente. Servendosi dei sistemi degli impressionisti come punto si partenza, studiò la teoria ottico-scientifica dei colori e dipinse i suoi quadri come fossero mosaici cioè attraverso piccoli punti di colori puri. Così facendo i colori si sarebbero fusi nella retina senza perdere di intensità e luminosità.Il puntinismo, questa era la sua tecnica,  evitava  ogni contorno disperdendo le forme in superfici composte di punti multicolori, il che comprometteva la leggibilità del quadro. Questo lo portò a semplificare e stilizzare le forme.  Un ruolo fondamentale è dato anche allo spessore della pasta. Senza questo spessore che dà movimento e volume al colore non si otterrebbe la stessa lucentezza.
 Il secondo motivo accattivante di questa corrente artistica è il SENSO DI IMMEDIATEZZA che trapela da queste opere. Sono quasi sempre opere che si offrono a noi con concetti di facile comprensione: la luce e il sole di un pomeriggio estivo, uno scorcio di Parigi, un riverbero nell’acqua , una veduta della campagna contadina che ci circonda , gli alberi, i covoni di fieno, la sinuosità di un corpo femminile.  Siamo tornati al paesaggio, ed è un paesaggio gioioso che vuole celebrare la vita come qualcosa di piacevole e festoso, e dove anche lo sfondo è protagonista . Solo più avanti, in quella che viene definita la corrente post impressionista o espressionista ,  rappresentata da Van Gogh, Gauguin e Munch , questa pittura  acquisterà una potente carica di drammaticità  e dolore penetrando nei segreti più profondi dell’animo umano.Gli impressionisti hanno bandito il concetto di “effetto” pittorico. A noi spettatori viene offerta l’esperienza soggettiva del pittore che osserva l’effetto e quindi la sua interpretazione emotiva in quel preciso momento.  Era del resto inevitabile questo capovolgimento radicale di interpretazione. La scoperta della macchina fotografica  svuota di significato la rappresentazione realistica della realtà , l’arte non può più riprodurre immagini ma deve comunicare, cosa….. una rappresentazione emozionale , una vibrazione cromatica che innesti, amplificandolo,  un ricordo sensoriale.Il talento di questi pittori, che tanto dovettero applicarsi allo studio della luce, sta nel cogliere l’effetto luminoso nell’istante in cui si trasforma in impressione. E più il risultato è raggiunto , maggiore risulta la gratificazione di chi osserva, che riesce a far proprio e a potenziare questo processo selettivo di osservazione della natura.
La grande novità dell’impressionismo è proprio la creazione di uno specifico linguaggio pittorico che abbatta i canoni oggettivamente riconosciuti di rappresentazione del reale, per essere definitivamente sostituita “cogliendo  l’attimo”. Quello che i pittori ci offrono non è più uno stereotipo costruito ma un fermo immagine.Svolta di non poco conto se si pensa che tutta l’esperienza culturale e artistica occidentale era basata su questo caposaldo, il perfetto naturalismo. E ben poco spazio di manovra avevano avuto nei secoli i pittori,  al servizio di mecenati che commissionavano per se’ soggetti religiosi, ritratti e decori per le proprie dimore.  Sicuramente il lavoro di questi “accademici” offriva loro maggiore continuità e garanzie. Ma il progresso non si può fermare, nascono la fotografia, il cinema , le nuove tecniche di riproduzione a stampa . E paradossalmente in una nuova civiltà di immagini la pittura si ritrova in un ruolo nettamente marginale. La rivoluzione Francese stessa ha radicalmente modificato le condizioni di vita e di lavoro degli artisti. I giovani pittori impressionisti hanno meno certezze di sostentamento di vita, risentono immediatamente dell’influenza del romanticismo e della cultura giapponese e sono pervasi dal desiderio di riuscire a esprimere la propria individualità.  Parigi e Monmatre sono il fulcro di questo fermento .E dunque da questo momento in poi l’arte attiva il suo processo di  cambiamento, non la riproduzione ma la comunicazione. Gli impressionisti ne preparano le basi dal punto di vista tecnico , il periodo successivo nel preparerà i contenuti. Per arrivare alle correnti più contemporanee, dove l’arte serve a mettere in comunicazione due soggetti, l’artista e lo spettatore, utilizzando una forma che può anche non riprodurre la realtà visibile. Le rivoluzioni a seguire saranno globali, espressionismo, cubismo,  futurismo, surrealismo e astrattismo.

IN  CONCLUSIONE .....questi quadri li amavamo tanto prima e adesso……. ancora di più?  Questa breve riflessione può generare  il desiderio di rivedere i dipinti impressionisti con un occhio più attento e preparato ?  Spero proprio di sì, a me è successo! 
 
E, per chi, nella sua tavolozza, si sente un po’ Impressionista e vuole provarne il fascino,, cosa suggerire:
Riassumiamo la tecnica:
Scelta del soggetto:
Vedute di paesaggi, case e strade di campagna, marine o paesaggi fluviali in cui i riflessi di luce, sia dell'acqua, ma anche di un bosco piuttosto che di una strada siano l'elemento di maggiore interesse.Qualunque sia la scelta, anche laddove vi siano figure, deve essere in piena luce
Esecuzione:
Alla prima, cioè senza preparazione della tela o al massimo una preparazione sui toni neutri possibilmente non uniforme.L'esecuzione deve essere molto veloce, senza preoccupazioni di definire con precisione i particolari ed i contorni. La forma ed il disegno devono essere subordinati al colore.La prima impressione è quella che conta, non ci devono essere ripensamenti. Possibilmente va fatta una sola stesura e le eventuali sovrapposizioni andranno eseguite durante questa fase. Solo se si dovranno rafforzare alcune luci od ombre si potrà dare in seguito qualche pennellata di ritocco, ma sempre con grande economia.
Scelta dei colori:
eliminazione del nero, dei bruni scuri e dell'ocra per dare spazio ai colori primari e derivati di essi
Uso del colore:
Evitare le mescole dove possibile, accostare i colori complementari nei contrasti di luci e ombre le quali saranno del colore complementare a quello dell'oggetto che le proietta.
Pennellata:
La pennellata deve essere sciolta, veloce, formata da brevi tratti di colori diversi accostati, non mescolati. E' anche possibile, anzi preferibile diversificare il tipo di pennellata rispetto a quello che si deve dipingere

Quindi…..per i pittori che desiderano cimentarsi in questa avventura……

                                              BUON   LAVORO !!